Intervista a MADOK di Fulvio Spagnoli
Fulvio: Prima di scambiarci questo dialogo Madok mi ha inviato in formato Mp3 due suoi brani. Ho molto gradito: anzi, è stato essenziale per dare consistenza al nostro successivo incontro via filo (è stato un Nizza-Roma), per renderlo concreto. Nelle sue note ho trovato contenuti che mi hanno ricordato le ambientazioni del nostro pop degli anni ’70; anche le sonorità partecipano in questa ricerca. Perché questa premessa? …perché non c’è la mia volontà di scherzare …nonostante il doppino ho vissuto quell’ora come se fossi al pub, con un sano boccale colmo, a parlare con un amico di vecchia data con cui avevo condiviso l’infanzia. Che cosa mancava in questo quadretto appena descritto? …sicuramente due belle pupe, pronte a strapparci un dolce sorriso. |
Madok: Io voglio ritornare a fare arte …proprio perché, attualmente, non c’è uno spazio artistico …io sto cercando, sto sperimentando, sto vedendo la reazione della gente …una volta un disco era definito da una storia, di stile e di qualcosa che si aveva da comunicare…era lo sviluppo di un tema. Il mio primo album parla del Mediterraneo: dalla preghiera alla sfinge verso un percorso di tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo …in una canto in greco, se vogliamo anche una provocazione politica …ma con armonia, con poesia …parlando della realtà di oggi, servendosi però del grande passato
Canti la nostra storia …per esempio, in America non possono permetterselo
…anzi continuano a non averne, ad aver paura di averne, a combatterla …ho passato nove anni della mia vita la …io ero il 10 settembre 2001, il giorno prima… a Toronto: l’aeroporto era pieno di marinescanadesi …tutti i voli erano stati cancellati …arrivo a New York, davano temporali quando in realtà non c’era niente…
Fahrenheit 9/11 dice tutto: non c’è altro da aggiungere…
Anche nel mediterraneo ci sono delle verità che sono state nascoste
Anche l’Etrusco …dov’è la tua firma nella musica?
…la sto modellando …e sto aspettando che si accorgano di questa firma …ma fino a quando non uscirà il mio disco come posso pretendere di dire “io ho una firma”
…mi sto adoperando per cercare di far capire alle persone il valore che c’è tra i vari paesi del Mediterraneo …ma è la forza, la forza di quello che è stato che poi è stata turbata dalla egemonia politica, religiosa,
la mia musica? ... scrivo personalmente canzoni e pezzi, salvo qualche rara eccezione, identificabile in un amico di Bruxelles ed in un altro di Madrid …gioielli, appunto singolarità …le ho accettate perché le sento, le respiro, come mia promanazione …poi ho anche tre o quattro canzoni scritte a quattro mani con loro.
Personalmente strimpello la chitarra ed uso poco il computer …lavoro più con la voce …la concepisco come uno strumento in cui credo molto; da solo, pertanto, creo tutti i cori …credo negli alti e bassi …sto lavorando: manca ancora il vero arrangiamento, mancano le spezie, ossia mancano i musicisti etnici …ora sto facendo casting: ho fatto un salto in Grecia, poi sarò a Cipro, poi in Tunisia …spero, o meglio desidero, trovare “musicisti innovativi” che credano nel mio percorso.
Cerco non il successo, non i soldi …cerco me … dapprima ho cercato le mie radici …ho anche vissuto in tempio buddista
Ho sentito assenza di ritmica da un senso etereo, non di immortalità ma di lunga esistenza
È vero: ricerco …tra le sonorità mediterranee. Il Mediterraneo è per me …sta li racchiuso dentro la testa, il cuore di pietra della Sfinge, ibernato da questa grande terra che era Atlantide, per molti utopia, per molti sogno, invece è scomparsa …è li l’anima del mediterraneo …dopo si sono verificate le guerre …i Fenici, i Babilonesi, i Saraceni, i Romani, Greci, etc, ma il Mediterraneo è tutto da scoprire.
Che trovi nel Mediterraneo non mediterraneo?
…paura, …la stessa che l’America ha del Mediterraneo … a volte irrazionale, a volte interessata …paura, paura …paesi che non riescono ad accettarsi che sono mediterranei che si atteggiano ad europei o Mitteleuropei …od ancora peggio ad Americani …trovo paura, insicurezza di non aver raggiunto una identità …e la paura si riflette dal piccolo al grande
Il tuo sogno nel cassetto?
… vorrei arrivare ad emozionare i berberi del deserto, e so gi à che non mi compreranno mai neanche un disco …da loro non esistono case discografiche: fanno tutte copie, come da noi fanno i marocchini …se loro si emozioneranno con le mie canzoni, per me sarà la felicità …è quello che voglio: mi dirò “Max ce l’ai fatta” …e quando ce l’avrò fatta con loro …vuol dire che tutti gli altri apprezzeranno questa musica …che avrò trovato le fini spezie …le sonorità giuste ed i giusti usi della voce, la corretta sonorità del canto …l’anima …espressa con quelle sonorità uniche che promanano dal tamburo fatto con le pelli degli animali …come sonorità della natura …come se fossero le vibrazioni dell’animale che ritorna su con finezza, con armonia …dunque questo animale morto perché urlato, morto sgozzato per motivi religiosi...
Raccontaci di questo tuo viaggio…
conoscere attraverso le realtà, le usanze reali, ed anche le spiegazioni delle loro tradizioni, della storia, per cantare, in poesia, il frutto, il prodotto, e non delle cose scontate …sto cercando il fulcro, ciò che scotta, ciò che fa motore sia negli affetti, nell’amore, nei riguardi del mondo, dell’occidente, nei riguardi del loro sviluppo, nei riguardi dei loro sogni, del loro progresso, …ciò che li motiva …sto cercando questo e per trovarlo lo provoco …infatti voglio poi arrivare a questo grande sogno: essere il primo occidentale ad essere amato da tutta la cultura magreb ed araba.
…ed allora, donaci la tua immagine della sfinge …che cos’è lei per te?
È colei che, capricciosa e prepotente, occulta le chiavi del Mediterraneo …o semplicemente le detiene…
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